Tutela delle identità del Mediterraneo

mercato arabo

In Occidente, e soprattutto nel bacino del Mediterraneo, è in atto una competizione tra due opposti modelli di identità collettiva che le élites politico-culturali cercano, con alterne fortune, di utilizzare per legittimare stabilmente il proprio potere: il modello di identità statale-nazionale, esportato dalla spedizione napoleonica in Egitto, e quello globale-transnazionale, sviluppato dal sistema di indirect rule anglosassone esercitato nel Medio Oriente dall’Impero britannico.

  

L’area progettuale Tutela delle Identità nel Mediterraneo si propone di studiare le conseguenze storico-politiche derivanti dall’imposizione dei due modelli identitari sulle popolazioni del Mediterraneo e del Medio Oriente, e gli eventuali legami tra tale imposizione e la nascita degli attuali conflitti nazionali e religiosi.

 

Questa fondamentale premessa metodologica, applicata al conflitto su Gerusalemme, potrebbe aprire nuove prospettive finora poco esplorate: se la città e i suoi Luoghi Santi rappresentano il centro simbolico della competizione tra i due opposti modelli di identità collettiva creati in Occidente, il futuro dipenderà dal tipo di tendenza politica in esso prevalente. Riportando i termini della questione identitaria nel luogo in cui lo scontro tra i due modelli è stato inizialmente concepito e sviluppato nelle forme attuali, cioè in Occidente, si produrrebbe una maggiore consapevolezza sull’autentica natura identitaria del conflitto che oggi lo spacca, allontanando la tentazione di spostare la frontiera geo-politica di questo scontro in altri contesti geografici non occidentali.

 

Evitare, per quanto possibile, di prendere posizioni pregiudiziali a favore delle parti del conflitto può aiutare a raggiungere risultati significativi contribuendo al chiarimento della problematica identitaria, così densa di implicazioni culturali, emotive, politiche e religiose, e favorendo in quelle zone l’auspicata creazione di un’area di pace e di stabilità. L’auspicio è che una nuova visione, estranea allo schema dualistico affermatosi finora, possa suggerire una risposta originale alle istanze di appartenenza sociale, rispettando gli istinti più profondi ed autentici della naturale esigenza umana di radicamento nell’identità collettiva.

 

Il tipo di meccanismo inter-relazionale prevalente nel mondo occidentale contemporaneo comporta una percezione dell’altro in termini anonimi; e questo fenomeno tende ad espandersi a causa dell’aumento dei rapporti sociali tipico delle società industriali. Nelle moderne società occidentali, infatti, la moltiplicazione dei contatti finisce per determinare la predominanza dei rapporti formali e di ruolo, che obbligano a conoscere l’altro attraverso un’immagine precostituita, poiché quella reale richiederebbe troppo tempo e fatica. Così , quanto più il rapporto è formale e lontano, tanto più la persona è percepita tipizzata e stereotipata ed il risultato degli schemi mentali costruiti dalla nostra immaginazione si esprime nel contesto della società anonima sviluppata in Occidente. Questo atteggiamento rischia di portare ad ignorare l’esistenza di valori e atteggiamenti mentali sensibilmente diversi dai nostri, anche se ormai sempre più radicalizzati o manipolati nell’incontro-scontro con l’influenza occidentale.

 

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